Ballo nato all’inizio del secolo scorso negli Stati Uniti, la sand dance consiste nel ballare sulla sabbia sfruttandone le infinite possibilità sia sonore che ritmiche.
La sand dance è presente negli anni ’30 in un music hall inglese grazie ad un popolare duo che, a seguito del fascino e dell’interesse suscitato dalle scoperte di antiche tombe egizie, ne fece un atto di grande successo. La loro danza consisteva in abili evoluzioni su uno strato sottile di sabbia posto sul palco per creare, col movimento strisciante dei piedi, un graffio ritmico.
Col tempo questa originale arte era praticamente scomparsa e solo recentemente è stata ripresa da ballerini di tap-dance, mostrando, oltre alla sua originalità, la duttilità ad essere abbinata con eccellenti risultati a vari tipi di musica e a sonorità “anomale” dell’universo industriale (il rombo di un motore, il “suono” di una stampante, ecc.) con cui i piedi nella sabbia possono dialogare. Interessante il suo sviluppo su altri tipi di superficie.
Queste caratteristiche di adattabilità a vari soggetti e temi, consentono alla sand dance di essere un genere di performance particolarmente adatto alla personalizzazione di eventi.